martedì 14 giugno 2011

VERSO LA CONFEDERAZIONE DEGLI STATI UNITI DEL MEDITERRANEO (Renato d'Andria)


Nel 2005, a dieci anni esatti dal trattato di Barcellona, che istituiva la volontà di un solido
partenariato commerciale fra i Paesi delle due sponde del Mediterraneo, numerose ed
autorevoli voci si erano levate per ribadire la necessità di portare almeno ad una prima
attuazione le norme contenute in quell’accordo. Prese di posizioni lungimiranti, che io
stesso avevo sottolineato proprio quell’anno, nel 2005, in un lungo articolo sulla rivista
plurilingue Genesi, fondata in quegli anni allo scopo di favorire tale indispensabile dialogo.
A maggio 2006, nel corso di un convegno appositamente organizzato da Genesi alla Sala
Capranichetta di Roma, numerose personalità avevano ribadito ed articolato le ragioni di
tale esigenza, che già allora apparivano stringenti, come poi la storia degli ultimi mesi ci sta
ora dimostrando. Proprio in quella occasione fu avanzata l’idea di dar vita ad una Fondazione destinata a raccogliere
consensi per gettare in concreto le basi della nuova Europa allargata ai Paesi del Mediterraneo, con l’ardita
prospettiva di abbracciare anche le rive del Mar Caspio e del Mar Nero.


Una proiezione geopolitica di ampio respiro, ma anche una sfida con cui oggi tutti sono chiamati a confrontarsi.
Oggi come allora, la nostra ipotesi poggia su un dato storico e geografico. Il Mediterraneo ed i Paesi che si
affacciano sulle sue rive rappresentano il fulcro di ogni forma di cultura e civiltà umana. La loro storia - e
soprattutto quella del nostro Paese - mostrano quanto sia stato possibile nel passato, lungo questi confini, tracciare
scenari di dialogo e di solidarietà. Se partiamo dalle ragioni del sanguinoso scontro in atto nell’area mediorientale,
ci accorgeremo che esso non é divampato tra Paesi che si affacciano sul Mediterraneo ma che, ancora
una volta, sono state iniziative esterne, ovvero l’iniziativa militare degli Stati Uniti, a generarne la causa. Un processo
a catena, partito con la prima guerra del Golfo, che porta tra gli abitanti di questo mare lutti, sciagure, terrorismo.
La proposta che oggi Genesi cerca di favorire nasce nel segno dell’aggregazione, sulla base delle comuni
radici storiche e culturali tra i popoli che vivono intorno al Mediterraneo.
La nostra proposta vede al centro valori antichi, come l’uomo e la famiglia, ma deve innanzitutto tener conto
dei fattori economici alla base dello scontro. Noi immaginiamo un grande mercato unico che regoli gli scambi
commerciali tra i 600 milioni di abitanti degli Stati mediterranei, impostato e regolato attraverso trattati internazionali.
Un mercato equo tale da restituire dignità e forza economica ai Paesi che sono ora territorio di guerra e
che custodiscono nel loro sottosuolo - non dimentichiamolo - i due terzi delle riserve petrolifere mondiali.


Renato d'Andria

Testo preso da www.fondazionegaetanosalvemini.org (Renato d'Andria presidente)

Renato d'Andria sostiene il dialogo pacifico tra i paesi del Mediterraneo vedi www.genesijournal.org

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