lunedì 3 ottobre 2011

CASINI APRE A MARONI, IL PDL SULLE PREFERENZE

Alle recenti parole del Ministro Maroni, sulla necessità di andare avanti con il referendum, fa eco il leader dell’UDC, Pierferdinando Casini che incalza: ” Con questa maggioranza impossibile fare riforma elettorale“.

E’ ancora Casini che spinge per “dare la parola ai cittadini”, mentre Pier Luigi Bersani si mostra fiducioso sullo stadio terminale dell’esecutivo “anche perchè, ogni qualvolta Berlusconi e i suoi dicono che rimarranno fino al 2013 lo spread va su”.

Anche il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, si aggiunge al coro dei sì “Una volta tanto sono d’accordo sia con Casini sia con Maroni: i tempi sono maturi per andare ad elezioni. D’altronde, non ci sono alternative se non si riesce a cambiare la legge elettorale in questa legislatura. Quindi le strade sono due: o elezioni subito o referendum. L’Italia dei Valori è disponibile ad entrambe le soluzioni“.

Cosa ne pensa, invece, il padre del Porcellum ? Il Ministro Calederoli rivela come la Lega fu costretta ad accettare la legge sotto ricatto. Ai microfoni del Tg1, il leghista ha dichiarato che all’epoca della nascita dell’attuale legge elettorale “la Lega ed il sottoscritto erano a favore del Mattarellum“, ma “fummo ricattati da Casini e dall’Udc, per introdurre un sistema proporzionale” e “da Fini che voleva le liste bloccate e Berlusconi che voleva il premio di maggioranza“, a cui si aggiunse un silenzio assordante da sinistra. Sulla ipotesi di elezioni anticipate, l’esponente del Carroccio frena, preferendo ”trasformare l’attuale legislatura in una legislatura costituente” .

Nel PDL la linea ufficiale è quella attendista: “Vogliamo portare avanti le riforme costituzionali e votarle almeno in prima lettura. Poi penseremo alla legge elettorale” dichiarava Fabrizio Cicchitto, mentre oggi alcuni esponenti del partito, primo fra tutti il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, secondo cui ”la legge elettorale, quale che sia, deve consentire in primo luogo all’elettore di scegliere il premier, la coalizione, il programma. Il resto è materia di confronto“, invocano un confronto sul presidenzialismo, con l’introduzione delle preferenze.

Articolo preso da www.fondazionesalvemini.it

(con Renato d'Andria amministratore della fondazione)

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