martedì 10 maggio 2011

L’ANTISEMITISMO NEI RITI CRISTIANI E ISLAMICI E L’ANTI-SIONISMO

Il progetto Genesi del dott. Renato d’Andria si propone di costruire dei rapporti tra le religioni basati sull’autenticità e la verità storica basandosi sulle revisioni che la scienza propone su fatti e processi (che hanno condotto alla situazione odierna delle mentalità in vari paesi del Mediterraneo). Rammentare le radici ebraiche dell’Islam e del Cristianesimo penso possa aprire a un dialogo di comprensione e di studio delle tradizioni religiose presenti tra le popolazioni dell’area Mediterranea. Il dialogo inter-religioso dovrebbe servire come punto di partenza per una vita armoniosa di scambi commerciali e culturali nel Mediterraneo in cui Israele dovrebbe avere un posto di tutto rispetto e in cui le relazioni nel Mediterraneo possano uscire dall’impasse attuale che vede Israele in una situazione di non riconoscimento da parte di vari stati arabo-musulmani o di ostracismo da parte di altri.


In quest’articolo mi soffermo sulla questione del dialogo su alcuni punti di divisione e di antagonismo.


Partiamo da questo periodo della Pasqua cristiana molti si ricorderanno della liturgia delle messe di qualche anno fa prima delle riforme attuate per eliminare segni di antisemitismo nelle Chiese cristiane: il Venerdi’ santo si ricordava l’uccisione del Cristo per mano degli ebrei, che spesso nella ritualità della messa erano stigmatizzati come perfidis judaeis.


Attribuire agli Ebrei l’uccisione di Gesù detto il Cristo è probabilmente la più subdola dichiarazione antisemita, se pensiamo che i primi seguaci di Gesù erano tutti Ebrei e che gli stessi predicavano il messaggio "cristiano" principalmente nelle sinagoghe ebraiche del Mediterraneo.


Alcune volte si sente addirittura dire, per fortuna non in luoghi pubblici, da certi cristiani che la Shoa è derivata agli Ebrei come punizione per essere stati gli autori dell’uccisione di Cristo. Niente di piu’ assurdo. Se i cristiani fossero veramente sinceri nella loro visione teologica della relazione tra il loro Messia e il popolo d’Israele si dedicherebbero allo studio della lingua del loro Messia, l’ebraico e non solo del latino o del greco antico, magari adotterebbero anche dei riti ebraici piuttosto che tramandare una liturgia che immagina i cambiamenti che Gesù avrebbe apportato ad essi. Insomma non solo il cristianesimo storico sembra essersi impadronito della religione di un Messia ebreo ma poi si è volta anche a perseguitarli, accusandoli di averlo ucciso. I cristiani dovrebbero comprendere piuttosto che l’esperienza di soprusi millenari sugli ebrei, nelle terre sedicenti cristiane non hanno fatto altro che far pesare anche sugli ebrei il sangue dei peccati e della malvagità delle nazioni, che il Messia ebreo Gesù prese su di se durante il suo sacrificio espiatorio, in qualità di servo sofferente nella tradizione messianica ebraica del Mashiach ben Yosef (Messia figlio di Giuseppe, e non Giuseppe il falegname padre di Gesù). Come si potrebbe altrimenti spiegare il piu’ grande crimine compiuto nelle terre cristiane contro gli ebrei durante la Shoa, se non come una sorta di compartecipazione metafisica degli ebrei a portare il sangue di Cristo? Gli ebrei non furono trattati come agnelli che non aprirono bocca davanti ai loro aguzzini dell’inquisizione o dei nazifascisti, proprio come Gesù davanti ai boia romani? Penso che la redenzione del mondo attraverso la risurrezione di Gesù, come indica la teologia cristiana, puo’ essere paragonata mutatis mutandis alla redenzione del mondo solo dopo l’olocausto degli ebrei, che condusse le nazioni a reprimere i crimini che gli Stati e il loro leader potrebberop commettere contro i propri cittadini o altre popolazioni. La convenzione contro il genocidio o la nozione di crimini contro l’umanità sono state coniate affinchè il mondo non ripeta gli stessi crimini come lo sterminio degli israeliti.


Le nazioni cristiane devono essere grate agli Ebrei per il fatto di avere quello che essi chiamano Antico e il Nuovo Testamento nella Bibbia, che sono la loro base morale. Agli Ebrei dobbiamo riconoscere il privilegio di avere tra i nostri principali termini religiosi le parole “sacrificio”, “espiazione&dquo;, “profeta”, “Messia”, “alleanza”, “fede”, “carità”, ecc...


La storia del paleocristianesimo insegna che con l’avvento dei Gentili alla leadership del movimento messianico di Gesù, la Chiesa Cristiana nelle sue forme e denominazioni disparate disconobbe i riti ebraici e quindi ne invento' di nuovi su una vaga base dei ricordi dei precedenti.


Quindi è legittimo domandarsi se i riti religiosi attuali, cattolici, ortodossi e meno nel mondo protestante e mormone, possono essere considerati l’alternativa all’Ebraismo? I riti religiosi formali, ripetitivi, sono senz’altro una forma di ricerca di partecipazione delle masse per aggregare la gente alle religioni e alle loro relative battaglie di supremazia.


Si può quindi spiegare che le forme religiose cristiane in Occidente non sono state un valido argine all’ascesa di altre forme religiose di falsificazione che hanno facilmente preso il posto di tali religioni, pur restando in piedi, perché nel cuore delle masse il Nazismo, il Comunismo, il Fascismo e forme moderne di democrazia sono facilmente penetrate come priorità nel superstizioso mondo, in realtà poco religioso, presente in occidente.


Bisogna estendere al Medio Oriente e all’Islam lo stesso paradigma di confronto con il mondo ebraico data la sua precedenza ed il fatto che è storicamente provato che l’ebraismo è stato la fonte primaria d’ispirazione di Maometto per la sua predicazione e per l’organizzazione liturgica della religione islamica, nonchè per la stesura del Corano da parte dei suoi epigoni. Si nota in generale che i popoli arabi, in qualche modo diventati musulmani, oltre alle comuni ritualità formali che hanno fortemente attinto alla struttura liturgica ebraica, hanno creato, al pari dei cristiani delle crociate, Carlo Magno ecc.., un sistema di formazione obbligata delle popolazioni al proprio credo, non con elementi di proselitismo intellettuale, ma di sola appartenenza logistica. Il che è avvenuto, in altri territori, principalmente cristiani, se pensiamo anche perfino alle lotte tra cattolici e protestanti in Europa. Tutto questo sistema ha reso così le popolazioni sorte e viventi nei territori di influenza religiosa, sia islamica che cristiana, o di altre confessioni, a digiuno dei contenuti della Bibbia ebraica e della lingua ebraica.


La gente comune che non si pone questi problemi non ha colpa propria, essi ascoltano e purtroppo, solo in sparuti casi, alcune menti illumunate ricercano piu' a fondo l'origine delle cose superficialmente visibili. Ma chi forma le idee che devono essere fatte circolare nelle istituzioni religiose e culturali, a cui il popolo appartiene, ha una responsabilità maggiore. E' ancora piu' grave la situazione in cui la scelta di poter studiare il fatto religioso, porta a strozzare la propria libertà di coscienza.


Come si puo’ dire che il fondamento della religione musulmana è interamente autentico, se sostituisce tutto d’un tratto il popolo dell’alleanza da quello ebraico a quello arabo e se il suo libro di base contraddice letteralemente vari passi biblici, ai quali esso afferma di essere ispirato? La necessità di studiare attentamente i testi prima che un individuo si dica appartenente ad una o all’altra religione sembra essere in generale meno prioritario della propria identità, che proviene dalla problematica atavica delle motivazioni relative all’appartenenza logistica delle popolazioni.


Da qui parte un’altra antica forma di antisemitismo che odiernamente assume il nome di anti-sionismo. Questa forma di antisemitismo trova tutte le ragioni per rompere il legame del popolo ebraico, il popolo della Bibbia, alla terra a cui atavicamente appartiene. Si tratta di un piccolo lembo di terra sulla costa orientale del Mediterraneo, in cui si è formato uno degli Stati piu’ bello e piu’ in pericolo sulla faccia della Terra. Paradossalmente l’unico Stato creato con un voto favorevole dell’Assemblea delle Nazioni Unite e lo Stato la cui capitale non è riconosciuta come tale da nessuno Stato al mondo.


Ma facciamo un rapido flashback. Il popolo ebraico si è costituito in forma patriarcale, derivata da Abrahamo, quindi Isacco e Giacobbe e dalle conseguenti 12 tribù di Israele. A tale popolo è stato assegnato un luogo nella terra antica chiamata di Canaan, poi diventata Terra di Israele e solo in seguito Palestina. L’origine del popolo di Israele è appunto patriarcale profetico, e quindi la terra viene assegnata da motivazioni di autentica religiosità, che io intendo solo la rivelazione sacerdotale profetica, in questo caso con riti adeguati e di carattere eterno, con obiettivi di rimembranza utile al processo comportamentale che purifica, perfezione e salva.


L’anti-sionismo, una forma di antisemitismo, si propone come collegata solo a motivazioni di politica internazionale, che sono sicuro, che col tempo porranno la comunità internazione contro lo Stato d’Israele, per incompatibilità dottrinale con il diritto internazionale formato da risoluzioni delle Nazioni Unite e dalla consuetidine. E’ infatti del tutto inammissibile per organismi come l’ONU e altri riconoscere il valore di asserzioni bibliche che affidano al popolo di Israele il possesso di tale territorio, eppure la leadership internazionale occidentale che accoglie nella sua religiosità l’Antico Testamento, dove tale tipo di asserzione è inserita.


Ma ancora una volta la religione formalistica non riesce ad avere la supremazia sugli interessi economici e politici, molto collegati oggi al rifornimento petrolifero, per cui pur di malavoglia l’occidente può sentirsi costretto ad appoggiare i paesi arabi, ricchi di petrolio, nella loro lotta territoriale contro Israele. A questo punto l’antisemitismo si fa cosmopolita e si confonde con l’anti-sionismo.


Citavo prima i Mormoni che sono staccati dalle classificazioni cristiane generali: si dicono cristiani mentre che a le altre denominazioni cristiane non li riconoscono come tali oltretutto perché essi hanno come ulteriore libro canonico, per l’appunto il Libro di Mormon, scritto da antichi profeti ebrei nella loro antica dispersione. Un brano di questo misteriosissimo Libro di Mormon è molto attuale e va a fagiolo per il mio attuale discorso, esso dice quanto segue:


[2.Nefi.29:4] Ma così dice il Signore Iddio: O stolti, essi avranno una Bibbia; ed essa procederà dai Giudei, il mio antico popolo dell'alleanza. E come ringraziano essi i Giudei per la Bibbia che ricevono da loro? Sì, che cosa pretendono i Gentili? Ricordano essi i travagli, le fatiche e le pene dei Giudei e la loro diligenza verso di me, nel portare la salvezza ai Gentili? ...


[2.Nefi.29:5] O voi Gentili, vi siete ricordati dei Giudei, il mio antico popolo dell'alleanza? No; ma li avete maledetti, li avete odiati e non avete cercato di ristabilirli. Ma ecco, io farò ricadere tutte queste cose sul vostro capo; poiché io, il Signore, non ho dimenticato il mio popolo. ...


[2.Nefi.29:6] Stolti voi che direte: Una Bibbia, abbiamo una Bibbia e non abbiamo bisogno di altre Bibbie. Avreste ottenuto una Bibbia se non fosse stato per i Giudei?


Questa dichiarazione mi da un senso migliore del rapporto opposto all’antisemitismo e lo troviamo nella religione Mormone, che guarda caso si riallaccia al principio fondamentale della presenza profetica, quindi della rivelazione, quale sostrato efficace alla religione, che quindi nella sua autenticità pone piuttosto la ritualità solo per quello che può essere memento per il comportamento più consono all’insegnamento divino.


In realtà il vero spirito cristiano non è altro che un risarcimento dell’autenticità profetica ebraica, che in Cristo vedeva Colui che interpretava la legga in modo profondo e non schiavizzante. In realtà Gesù era un autentico ebreo e non un formalista ebreo.


Perciò intendo concludere questo ragionamento con l’asserzione che, come al tempo di Mosè c’erano seguaci come Caleb e Giosuè, cioè coraggiosi ebrei e umili osservanti dello Spirito ebraico divino, cioè profetico, c’erano anche altri poco coraggiosi, nemici di Mosè, come nella storia ebraica ci sono stati ebrei che hanno ucciso i profeti ebrei, e tra questi alcuni capi sacerdoti malvagi, mi permetto di dire, a causa della loro intolleranza e ipocrisia religiosa formalistica, come furono alcuni capi della setta ebraica farisaica, i quali si unirono in segreto all’opportunista politico Ponzio Pilato per fa mettere a morte un grande innocente che lottava per la propria libertà religiosa come Gesù Cristo.


Ma Dio sembra volgere sempre, nel mondo ebraico, il male in bene, come dalla Shoah poi è scaturito lo Stato d’Israele. Sulla stessa stregua sono certo che Dio volgerà alla fine l’antisemitismo e il subdolo anti-sionismo in opportunità per il popolo ebraico di rinforzare la propria identità autentica con tutti I testi sacri del passato e con la presenza di profeti futuri che speriamo predicheranno un possibile scambio armonioso con le persone di buona volontà delle altre religioni vicine al piccolo Stato ebraico.


(testo ispirato dal libro di Jonathan Curci e Raffaele Petroni, "L'esistenza dello Stato d'Israele, il Medio Oriente e la comunità internazionale"Messaggi Editrice, Collana del Professor Cesare Colafemmina (collaborazione con Genesi Editrice)

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